REpHYT

Responsabile del Progetto

Cognome Anconelli

Nome Stefano

Telefono +39 051 42 98 811

PEC cer@pec.consorziocer.it

Codice Fiscale NCNSFN60R29E730B

Ente di appartenenza Consorzio CER

Responsabile scientifico del Progetto

Cognome Toscano

Nome Attilio

Telefono +39 051 2096179

PEC distal.dipartimento@pec.unibo.it

Codice Fiscale TSCTTL74M22C351L

Ente di appartenenza Alma Mater Studiorum – Università di Bologna

COSTO TOTALE DEL PIANO 398.687,50

CONTRIBUTO TOTALE 358.818,75

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Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR)

GUARDA LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO

OBIETTIVI E FINALITA'

I cambiamenti climatici stanno comportando con sempre maggior frequenza situazioni di scarsità di tipo

idrico, con forti ripercussioni sulla disponibilità di acqua a scopo irriguo. Tali fenomeni siccitosi sono sempre

più evidenti anche in Regione E-R, dove la forte vocazionalità agricola la rende ancor più vulnerabile a

situazioni di carenza idrica con un bilancio idrico in deficit crescente (-627 mm nel 2017 a fronte di un

valore medio di -495 mm nel periodo 2001-2015, fonte: Bilancio Idrico Climatico Regionale). Questa

situazione, unitamente agli attuali livelli di contaminazione dei corpi idrici superficiali e sotterranei, che li

classificano tra le acque di qualità non buona, consiglia di diversificare gli approvvigionamenti, puntando

sulla fitodepurazione per mitigare l’impatto dell’attività agricola e sul riuso di risorse idriche non

convenzionali, tra cui il riutilizzo delle acque reflue trattate. Infine, lo stato attuale delle conoscenze sugli

effetti delle misure agroambientali del PSR nel contrasto ai fenomeni precedentemente illustrati, è desunto

da fonti indirette: appare dunque determinante individuare un modello territoriale che assegni un valore

agli indicatori relativi alle sostanze contaminanti, che provenga dal monitoraggio territoriale di ampie

superfici. Di conseguenza, questo Piano punta a valorizzare, nell’ambito del territorio regionale, le aree

umide interaziendali, le aree golenali, le aree umide consortili o anche semplicemente i maceri a servizio

dei singoli fondi, poiché esse consentono la riduzione dei carichi inquinanti nei corpi recettori,

migliorandone anche la qualità, soprattutto qualora tali corpi recettori svolgano la funzione promiscua di

adduzione di acque irrigua in aree agricole a valle.

Tali aree risultano inoltre essere l’habitat naturale per la riproduzione della cimice asiatica e dove potrebbe

essere pertanto possibile praticare la lotta biologica attuata da insetti antagonisti autoctoni ed

eventualmente esotici.

Il piano si prefigge di approfondire la biologia e la fenologia della specie nell’ambiente prossimo ai sistemi

fitodepuranti col fine di valutare se queste aree e il relativo reticolo idrografico possano costituire zone di

moltiplicazione indisturbata delle specie antagoniste, per il controllo della cimice con tecniche a basso

impatto, e valutare il collegamento fra aree naturali e campi coltivati che, essendo sottoposti a trattamenti

insetticidi, risulterebbero pertanto inospitali per queste specie utili.

La cimice asiatica infatti è una specie estremamente polifaga che realizza il suo ciclo nutrendosi sia a carico

di colture agrarie che di specie spontanee. Questa caratteristica ne rende particolarmente difficoltoso il

controllo costituendo al contempo un elemento di vantaggio sulla possibilità di raggiungere un equilibrio

delle popolazioni nel lungo periodo e su scala territoriale. La capacità e la predilezione al riprodursi in aree

esterne ai coltivi costituisce infatti un elemento da cogliere per raggiungere un futuro livello di

contenimento soddisfacente.

Un capitolo è dedicato al riuso di acque reflue derivanti dalle attività di lavorazione dei processi agro

industriali, realizzando nella pratica un esempio di economia circolare, per ridurre l’uso irriguo con acque

convenzionali del reticolo di superficie, in contrasto al cambiamento climatico.

OBIETTIVI GENERALI E SPECIFICI:

  • Migliorare la qualità delle acque di superficie con tecniche di fitodepurazione relativamente agli

inquinanti diffusi dell’attività agricola (nutrienti e pesticidi), sia a scala di azienda agricola, che di distretto

irriguo, anche in riferimento alle necessità dei produttori che praticano agricoltura biologica, che hanno

vincoli piuttosto rigidi in termini di residui nei prodotti immessi sul mercato (Azione 3.1 – 3.2)

  • Miglioramento delle fonti informative a disposizione di alcuni indicatori utilizzati nel Servizio di

valutazione dell’efficacia di Tipi di Operazione previste nel PSR 2014 – 2020 (Produzione Integrata - TO

10.1.01; Mantenimento pratiche e metodi biologici - TO 11.2.01, entrambe Focus area 4B), tramite

l’impostazione e svolgimento di un caso studio nel comprensorio del Consorzio della Bonifica Burana,

composto da un bacino di scolo a monte di una cassa di espansione con annessa area fitodepurante e di un

distretto irriguo a valle. (Azione 3.2)

  • Verifica dell’efficacia delle tecniche di fitodepurazione per il miglioramento della qualità delle acque

in un canale di scolo e irrigazione di un Consorzio di Bonifica che alimenta il distretto irriguo oggetto di

studio nell’Azione 3.2.

  • Verifica della possibilità di riutilizzare le acque reflue derivanti dai processi di lavorazione delle

filiere agroalimentari, in un processo di “economia circolare” – valutando in particolare la tossicità legata

all’accumulo di sali nei confronti della produzione agricola e dello stato vegetativo delle colture, la presenza

di residui nei prodotti agricoli commercializzati, nonchè l’opportunità di utilizzare acque cariche di nitrati

per ridurre gli apporti nutrizionali con concimi di sintesi. (Azione 3.3)

  • Verifica della possibilità di applicare strategie di lotta biologica per il controllo della cimice asiatica

con tecniche a basso impatto nei sistemi fitodepuranti, habitat naturale per la riproduzione

dell’Halyomorpha, studiando la fenologia e densità delle popolazioni della cimice, la valorizzazione di

antagonisti autoctoni e/o l’individuazione di elementi utili nella definizione di strategie di introduzione di

specie esotiche a seguito di eventuali sviluppi normativi (Azione 3.4).

Il partenariato europeo per l'innovazione in agricoltura (PEI-AGRI) ha l’obiettivo di promuovere la

produttività e la sostenibilità attraverso una maggiore integrazione tra il sistema della conoscenza e il

mondo delle imprese agricole. Il focus group PEI-AGRI “Acqua ed agricoltura”, nel suo report finale,

include l’utilizzo di fonti idriche alternative tra le strategie suggerite per aumentare la disponibilità

idrica a livello aziendale e garantire, allo stesso tempo, un uso sostenibile delle risorse naturali.

L’adozione di acque non convenzionali porterebbe infatti a diversi benefici tra cui: l’aumento

dell’efficienza di utilizzo dei fattori della produzione; il contrasto degli impatti negativi dei

cambiamenti climatici, la riduzione dei prelievi idrici da acque superficiali, e contemporaneamente

deve essere garantita la buona qualità. Il costituendo Gruppo Operativo per l’Innovazione vuole

risolvere il problema dell’apparente incompatibilità tra le necessità nutritive e sanitarie delle colture e i

vincoli normativi imposti a tutela della qualità delle acque e dei suoli attraverso la realizzazione di un

Piano innovativo che vada nella stessa direzione del PEI AGRI per mettere a punto tecniche e strategie

per ridurre i rilasci di sostanze inquinanti, migliore la qualità delle acque e del suolo, adattare le aziende

agricole alle mutate condizioni climatiche. La risoluzione del problema avverrà tramite l'implementazione di tecniche innovative:

  • messa a punto di tecniche di fitodepurazione per il contenimento dell’inquinamento diffuso

agricolo, con particolare riferimento alle necessità delle aziende biologiche o in conversione;

  • valutare la possibilità di impiegare a fini irrigui acque di recupero derivanti da processi di lavaggio

degli scarti di lavorazione delle filiere agroalimentari, in un processo di “economia circolare” per

ridurre i prelievi di acque superficiali convenzionali sempre più scarse in seguito al cambiamento

climatico in atto.

  • Contrasto con metodi complementari basati sulla lotta biologica alla cimice asiatica, sempre più

diffusa nei nostri ambienti in seguito dell’instaurarsi di condizioni ambientali favorevoli a seguito

del cambiamento climatico in atto.

RISULTATI ATTESI

(Azione 3.1) Quantificazione dei residui di principi attivi di agrofarmaci e nutrienti nelle acque di drenaggio

aziendale rispetto al distribuito su colture di un’azienda a ordinamento estensivo, orticolo e frutticolo;

capacità di rimozione dei sistemi fitodepuranti e tempi di abbattimento delle molecole di diserbanti,

insetticidi, anticrittogamici e dei nutrienti dalle acque superficiali;

(Azione 3.2) Realizzazione di una metodologia di calcolo e di un modello validato, da applicare a contesti

territoriali in cui si sovrapponga l’attività di scolo e la consegna di acqua irrigua alle aziende agricole, per

ottenere una valutazione della ricaduta sul miglioramento della qualità delle acque dell’applicazione delle

misure di Produzione Integrata - TO 10.1.01; e Mantenimento pratiche e metodi biologici - TO 11.2.01,

operazioni previste nel PSR 2014-2020. Entrambi costituiranno la fonte informativa per il calcolo

dell’indicatore IS5 (Variazione dei Bilanci lordi dei nutrienti - azoto e fosforo - nelle aree di intervento) e

dell’indicatore IS6 (Variazione dell’uso dei prodotti fitosanitari classificati per grado di tossicità in virtù degli

impegni agro-ambientali, nelle aree di intervento), previsti nel “Rapporto di Valutazione del PSR EMILIA

ROMAGNA 2014 –2020”;

(Azione 3.2) Valutazione dell’efficacia delle tecniche di fitodepurazione per il miglioramento della qualità

delle acque di un canale di bonifica promiscuo (irriguo e di scolo) - Canale di S. Giovanni, in conformità ai

parametri restrittivi richiesti a chi pratica agricoltura biologica.

(Azione 3.3) Soglie di tolleranza in funzione della specie considerata e predisposizione delle linee guida ad

uso dell’agricoltore in funzione della qualità del refluo e delle colture in prova. Stima dei minori costi di

smaltimento dei reflui, e del risparmio idrico conseguente al minor uso di acque superficiali.

(Azione 3.4) Riduzione dei voli di Halyomorpha, sia dentro l’area umida e fasce boscate, che dentro ai

frutteti limitrofi, grazie all’impiego mirato dentro al sistema fitodepurante di antagonisti autoctoni e non (

vespa samurai).

APPROFONDISCI IL PROGETTO

https://www.youtube.com/watch?v=wpFrsjGUE3s&t=8s

Inizia il: 01 Aprile 2020

Finisce il: 30 Settembre 2022

Aggiornato il: 28 Febbraio 2023

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