GIOVE PLUVIO SBAGLIA LA MIRA: BACINI VUOTI AL CENTRO SUD ED IN ABRUZZO È CORSA CONTRO IL TEMPO
FRANCESCO VINCENZI, Presidente ANBI: “QUESTA INSTABILITA’ METEO È IL PROLOGO DI QUANTO SI CONSOLIDERA’ NEI PROSSIMI ANNI”
Tradizionalmente deputato alla ricarica degli acquiferi, l’autunno 2024 sta tradendo le aspettative, schiacciato tra perdurante siccità ed eventi alluvionali.
“Quanto si sta registrando lungo la Penisola – commenta Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi di Gestione e Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI) – è il prologo alla situazione, che andrà consolidandosi negli anni a venire. A dirlo sono gli scienziati: cambieranno gli equilibri climatici ed aumenterà il volume complessivo di pioggia, ma sarà concentrato in un numero minore di giorni, accentuando la fragilità idrogeologica dei territori.”
“O noi saremo pronti con adeguate infrastrutture calmieratrici, quali invasi e bacini di laminazione delle piene, avviando al contempo un grande piano di manutenzione del territorio oppure il disastro è già annunciato per poca o troppa acqua” chiosa Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
In Abruzzo, le operazioni di riempimento dell’invaso di Penne (svuotato dalla siccità e dalle successive, opportune operazioni di manutenzione) procedono a rilento a causa delle scarse piogge, che hanno interessato la provincia pescarese nel mese di ottobre (-58%) e nelle prime due decadi di Novembre. Sulla regione, Ottobre è stato l’ennesimo mese siccitoso con deficit pluviometrici più marcati lungo la fascia collinare pescarese (-57,7% in media) e temperature massime fino ad oltre 4 gradi superiori al consueto (Lanciano. Fonte: Regione Abruzzo).
Scendendo a Sud, in Molise l’importante bacino di Chiauci sta cercando di anticipare il riempimento dopo la manutenzione per tentare di ovviare al rischio di un’ulteriore stagione calda e secca in territori, che stanno già pagando lo scotto di un’annata disastrosa per la mancanza di risorsa idrica.
I dati raccolti dall’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche indicano che nell’Italia Meridionale la situazione è ormai al collasso: in Sicilia, Sardegna, Puglia e Basilicata, le precipitazioni stagionali, seppur localmente violentissime, sono state insufficienti ed “a macchia di leopardo”, non favorendo il ripristino delle riserve d’acqua.
In Sicilia la poca acqua, che ancora scorre nella rete idrica, si sta rapidamente esaurendo per il totale svuotamento degli invasi e la ridotta portata delle sorgenti; dei 30 laghi artificiali in funzione: 4 sono esauriti, 14 trattengono meno di un milione di metri cubi d’acqua utilizzabile, mentre in 8 la risorsa disponibile è inferiore a 4 milioni di metri cubi. Negli unici 3 grandi serbatoi non ancora in sofferenza (Poma, Lentini e Garcia, che insieme potrebbero invasare oltre 233 milioni di metri cubi) l’acqua disponibile è pari complessivamente a mln. mc. 29 (12% ca.). Per i Siciliani si prospettano mesi molto difficili, anche perché le piogge, che hanno interessato l’isola dall’inizio dell’autunno e che in alcune zone hanno provocato inondazioni e danni ingenti, in realtà sono state scarse a livello regionale: ad Ottobre i giorni piovosi sono stati tra i 3 ed i 5 a seconda della provincia, mentre la prima decade di Novembre, che verrà ricordata soprattutto per le alluvioni nel Catanese (cumulate superiori anche a mm. 500), ha visto mediamente cadere sull’Isola solo 21 millimetri circa, lasciando pressoché a secco alcuni tra i territori più assetati come le zone interne ed il Messinese (su Messina: mm 0,6).
Preoccupano sempre più le situazioni di Basilicata e Puglia, dove l’acqua va riducendosi ad un ritmo allarmante: nella prima regione i volumi invasati diminuiscono di oltre 550.000 metri cubi al giorno e ne restano solo mln. mc. 102 (lo scorso anno erano mln. mc. 256); nella seconda le dighe trattengono il 10% dell’acqua invasabile ed i volumi rimanenti si attestano appena a mln. mc. 34, 57 (Occhito, il principale bacino nel Tavoliere delle Puglie trattiene meno di 30 milioni di metri cubi contro un volume autorizzato di mln. mc. 250).
In Sardegna l’allarme siccità continua per Baronia, Medio Campidano, Chilivani-Ozieri e Nord-Ovest dell’isola.
In Calabria lo scenario è quello di “severità idrica alta” per le province di Reggio e Crotone.
In un quadro idricamente complesso si segnala l’enclave della Campania, dove sono in crescita i livelli dei fiumi Volturno e Sele.
Al Nord la fisiologica riduzione dei livelli di fiumi e bacini in seguito al periodo di stabilità meteorologica non sta destando preoccupazioni, consentendo anzi al territorio di prepararsi ai prossimi eventi meteo che, a causa della ancora elevata temperatura marina e l’arrivo di correnti glaciali, rappresentano un rischio costante per la sicurezza idrogeologica dei territori.
In Valle d’Aosta, la Dora Baltea registra una portata di mc/s 6,60 contro una media storica mensile di mc/s 17; incrementano i flussi del torrente Lys.
In Piemonte i livelli dei principali corsi d’acqua sono in calo: la portata del Tanaro registra un deficit di circa il 60% sui valori medi, la Stura di Lanzo è a -70% ca., mentre la Toce si attesta -42%; restano invece flussi superiori alla media nella Stura di Demonte.
In Lombardia, nonostante la riduzione dei volumi invasati nei laghi alpini e prealpini, le riserve idriche si mantengono abbondanti (+8,1%).
I grandi laghi hanno livelli idrometrici equamente divisi: Maggiore (riempimento: 85,5%) e Benaco (70%) superiori alla media, mentre Lario (36,5%) e Sebino (61,4%) sono sotto.
Sono sotto media le portate dei fiumi in Veneto: Muson dei Sassi -54%; Brenta -38%; Bacchiglione -28%.
In Emilia-Romagna risultano in crescita solamente le rilevazioni idrometriche del fiume Secchia, pur rimanendo inferiori di circa il 69% rispetto alla portata media mensile.
Il fiume Po decresce ovunque al di sotto del livello tipico del periodo: a Pontelagoscuro la portata si attesta sui 1500 metri cubi al secondo, inferiore del 23% rispetto alla media.
In Liguria calano i livelli dei fiumi Vara, Magra ed Argentina, mentre una leggera crescita viene registrata nell’Entella.
In Toscana aumenta il flusso nel fiume Arno, mentre si riducono quelli di Ombrone, Sieve e Serchio.
Un ulteriore calo viene registrato nelle altezze idrometriche dei fiumi nelle Marche: in particolare, Potenza, Esino, Tronto e Nera segnano livelli inferiori a quanto rilevato in questo periodo dello scorso quinquennio.
In Umbria continua ad essere critica la situazione del lago Trasimeno (-m. 1,53), cui mancano cm. 80 sulla quota media e cm. 33 su quella “minima vitale”; decresce il livello del fiume Chiascio.
Infine, a conferma della situazione di estrema difficoltà, che stanno affrontando i bacini lacustri dell’Italia Centrale, alle prese da anni con una significativa riduzione dei volumi idrici, nel Lazio tornano a scendere i livelli dei laghi vulcanici, che paiono immuni da afflussi meteorici importanti come quelli, che hanno interessato la provincia di Roma durante i mesi di settembre ed ottobre: il lago Sabatino ha perso 7 centimetri dall’ultima rilevazione di fine Ottobre, quello di Nemi cm. 4 nella scorsa settimana. La portata del fiume Tevere registra un incremento di circa il 21%, mentre sono in calo quelle di Aniene e Velino; stabile la Fiora.
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